“in “eHumanista”, n. 56 (2023), p. 75-93. – URL: https://www.ehumanista.ucsb.edu/home
Galvano Fiamma e gli antichi edifici teatrali di Milano
in «… e tutto prezioso è ciò che offrano gli amici», a cura di ” in A. Comboni, G. Ieranò, S. La Barbera, Trento, Università degli Studi di Trento, 2023, pp. 389-405
Teatro e meraviglia nel Medioevo: dall’incanto del possibile all’illusione dell’artificio
in Effectus Mirabilis: Medioevo e cinepoetica dello stupore, a cura di F. Mosetti Casaretto, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2023, p. 293-312
William Shakespeare, Amleto”
in Leggere il teatro: Dieci testi esemplari, a cura di L. Allegri, Roma, Carocci, 2023, p. 75-93
Edifici teatrali fantastici del Medioevo
Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2023, pp. 220
Nei secoli in cui il teatro non esiste più come istituzione, anche la memoria dell’architettura teatrale antica sembra perdersi in una visione nebulosa. Dei teatri e anfiteatri esistenti, spesso ridotti in macerie oppure oggetto di rivisitazioni fantastiche come il Colosseo, si finisce per dimenticare persino l’originaria funzione, mentre il ricordo della scena e degli altri elementi costitutivi del teatro viene tramandato mediante frammentarie reminiscenze lessicali, riproponendo le nozioni dei glossari con un’accumulazione di dettagli spesso incongrui. A questi teatri fatti di parole si affianca un ricco e composito immaginario relativo ai ludi scenici romani, menzionati a più riprese ne La città di Dio di sant’Agostino e trasposti iconograficamente, nelle traduzioni francesi del trattato, mediante originali metafore figurative e stravaganti ricostruzioni della scena antica. Dalla tradizione iconografica terenziana alla riscoperta del trattato di Vitruvio, una visione più archeologicamente corretta degli edifici adibiti agli spettacoli si farà strada a fatica, in parallelo alle persistenti, talvolta pregiudiziali, rielaborazioni fantastiche della scena e della struttura del teatro. Ed è proprio in questo territorio di confine che troviamo le più bizzarre e significative ibridazioni figurative, in bilico fra reminiscenze erudite e influenza delle nuove sperimentazioni sceniche di fine Quattrocento.
Dalla parte dell’attore: la regia immateriale nella seconda metà dell’Ottocento
in “Il Castello di Elsinore”, XXXV, 2022, n. 85 (2022), p. 65-71. (https://ilcastellodielsinore.it/index.php/Elsinore/article/view/247).
Passione e finzione. L’immagine dell’attrice nella narrativa dell’Ottocento
Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2021, pp. 388
La fortuna dei romanzi che narrano la vita di un’attrice è emblematica di un’epoca, di un’atmosfera culturale in cui l’immaginario teatrale dilaga nella letteratura di largo consumo. La narrativa francese dell’Ottocento si basa sull’idea della donna di teatro come una creatura ambivalente, reietta e sovrana, detentrice di un potere fondato sulla seduzione erotica. Il fascino fatale dell’attrice-cortigiana, che domina le scene mondane e regna nei camerini-boudoirs, trova un modello esemplare in Nana di Zola, per poi assumere connotazioni morbose e persino grottesche nella narrativa decadente, in particolare nelle parodie di Sarah Bernhardt. Al voyeurismo tipico dei romanzi francesi si contrappone il puritanesimo idealizzante della letteratura popolare britannica, che cerca di legittimare la professione di attrice associandola all’etica del lavoro e aprendosi a una cauta rivendicazione dell’indipendenza femminile. Due diversi paradigmi, con alcuni elementi comuni ma un’idea di fondo sostanzialmente diversa, che questo libro esplora e mette a confronto, analizzandone le tematiche e mostrando come in entrambi i contesti le riflessioni sull’arte della recitazione si affranchino a fatica dai pregiudizi associati al mestiere.
“Yet I’ll not shed her blood”: la morte invisibile di Desdemona
Shakespearean Characters Transposed. Iconography, Adaptations, Cultural Exchanges and Staging, a cura di S. Pietrini, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2021, p. 143-170.
Dalla parola all’immagine: temi e personaggi shakespeariani nell’iconografia dell’Ottocento
in “L’orecchio e l’occhio. Lo spettacolo teatrale, arte dell’ascolto e arte dello sguardo”, a cura di M. Fazio e P. Frantz, Artemide, Roma, Artemide, 2019, pp. 103-124.
Amarsi da morire: la scena finale di Romeo e Giulietta nell’iconografia dell’Ottocento
in “Shakespeare all’opera. Riscritture e allestimenti di Romeo e Giulietta“. Atti del Convegno internazionale di Studi (Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 23-24 aprile 2018), Bari, Edizioni Di Pagina, 2018, pp. 211-230.