Pubblicato in “Medievalia” (http://revistes.uab.cat/medievalia), 15, 2012, pp. 295-316
L’invenzione romantica del buffone: da giullare di corte a nobile guascone
Pubblicato in Menestrelli e Giullari: il Medioevo di Fabrizio De André e l’immaginario medievale nel Novecento italiano, a cura di G. Guastella e P. Pirillo, Firenze, Pacini, 2012, pp. 27-61
La recitazione grottesca e l’eredità mancata di Gustavo Modena
Pubblicato in Ripensare Gustavo Modena: attore e capocomico, riformatore del teatro fra arte e politica, a cura di A. Petrini, Acireale – Roma, Bonanno, 2012, pp. 195-212
L’imaginaire théâtral dans l’iconographie : de la réalité de la scène au royaume du possible
Pubblicato in in Imagens de Uma Ausência – Modos de (re)conhecimento do teatro através da imagem, Lisboa: Colibri / Centro de Estudos de Teatro da Faculdade de Letras da Universidade de Lisboa, 2012, p. 17-42
Raccontare il dramma: Guérin interpreta la “Fedra” di Racine
Pubblicato in “Teatro e storia”, XXXII, 3, 2011, pp. 213 -247.
Spanish Theoretical Writings on Acting in the late Eighteenth and Nineteenth Centuries
Pubblicato in “Acting Archives Essays”, AAR Supplement 11, April 2011, pp. 1-21 (www.actingarchives.it)
I giullari nell’immaginario medievale
Roma, Bulzoni, 2011, pp. 361.
Professionisti del divertimento, i giullari animano la vita delle città e delle corti medievali. Quando non accorrono alle feste bandite dagli aristocratici, danno spettacolo nelle taverne, sulle piazze e lungo le strade, producendosi in performances musicali, giochi, acrobazie, affabulazioni ed esercizi di abilità di vario genere. A partire dal XIII secolo, alcuni intrattenitori si stabilirono in modo permanente a corte, sottraendosi ai disagi di una vita girovaga per diventare menestrelli o buffoni. Nell’immaginario figurativo che ha finito per prevalere, il giullare è assimilato al buffone di corte, con il costume bicolore a tinte vivaci, il cappello a sonagli e la marotte. E tuttavia, dall’universo composito di scene profane, comiche, scurrili e persino blasfeme che popolano le sculture delle cattedrali e le drôleries dei manoscritti gotici emerge un’iconografia molto più variegata dell’intrattenimento. Assimilati agli altri emarginati della società medievale, i giullari erano considerati dagli scrittori cristiani “alleati del demonio” e “cornamuse del diavolo”, mentre le giullaresse erano equiparate alle prostitute. L’immagine negativa degli intrattenitori si riversa anche nell’iconografia biblica, in particolare attraverso la figura di Salomè e l’insipiens del Salmo 52. Sulla base di fonti iconografiche e letterarie, il volume intende ricostruire l’immagine del giullare nella cultura medievale, esplorandone i vari livelli interpretativi anche alla luce dei pregiudizi della cultura dominante.
Danzatrici e cavalle del diavolo: la concezione del ballo femminile nel Medioevo
Pubblicato in “Viator. Medieval and Renaissance Studies”, 41 Multilingual, Brepols, 2010.
Storia del teatro
Milano, McGraw-Hill, 2010 (dall’edizione americana di E. Wilson, A. Goldfarb), pp. 444.
Un manuale di base per gli studenti dei corsi di laurea di facoltà umanistiche che prevedono un insegnamento di storia del teatro. Dall’edizione originale americana, pregevole per l’approccio aperto a drammaturgie minori e meno frequentate, si è realizzata un’edizione fortemente adattata grazie a integrazioni specifiche su contenuti e linee critiche che trovano in Italia maggiore interesse e importanza: dal teatro rinascimentale ai grandi attori di fine Ottocento, dalle forme teatrali del Medioevo alle più recenti avanguardie del Novecento. Il volume è arricchito di un ampio apparato iconografico e di approfondimenti fruibili in appositi box. Continua
Le prime teorie della recitazione in Spagna e il trattato di Zeglirscosac
Introduzione a F.E. Zeglirscosac, Ensayo sobre el origen y naturaleza de las pasiones, del gesto y de la acción teatral, a cura di Sandra Pietrini, traduzione di Pietro Taravacci, Trento, Università degli Studi di Trento, 2010, pp. XI-LVII.
A partire dalla fine del Settecento, cominciò ad emergere in Spagna un particolare interesse per l’arte della recitazione, che nel secolo successivo darà luogo a una cospicua fioritura di trattati di mimica. Le prime riflessioni sull’arte dell’attore attingono a diverse tradizioni, dalla fisiognomica ai trattati sulle passioni, ispirandosi in parte alle codificazioni espressive dei vari sentimenti proposte da Charles Le Brun nella seconda metà del Seicento. Il primo trattato sistematico sull’espressione delle passioni applicata al teatro è l’Ensayo sobre el origen y naturaleza de las pasiones, del gesto y de la acción teatral di Fermín Eduardo Zeglirscosac, del 1800, che viene qui riprodotto in ristampa anastatica, accompagnato dalla traduzione di Pietro Taravacci e dall’introduzione di Sandra Pietrini. Continua