Pubblicato in “Biblioteca Teatrale”, n.s., 37-38, gennaio-giugno 1996, pp. 101-125. Bulzoni Editore.
Fra gli intrattenitori girovaghi, l’ammaestratore di scimmie è una figura professionale molto diffusa nel basso Medioevo ed è spesso raffigurato nell’iconografia. Nelle miniature e nelle sculture, il giullare è spesso assimilato alla scimmia, un animale considerato immondo e talvolta associato al demonio. Questa analogia rinvia all’idea della deformità fisica come segno di degenerazione morale e trova conferma nelle condanne degli scrittori cristiani, che considerano la trasformazione del corpo una perdita di dignità umana. Come scrive nel XIII secolo Guglielmo Peraldo, “il buffone è come la capra e la scimmia, con le quali si diverte il diavolo, spingendo gli uomini al riso”. Continua