Sandra Pietrini

Università degli Studi di Trento

D’Annunzio e la Duse: il Vate e la sua Musa

Pubblicato, in “Storia e Dossier”, n. 135, febbraio 1999, pp. 24-27. Gruppo Editoriale Giunti.

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La relazione amorosa con Gabriele D’Annunzio rappresentò per Eleonora Duse un momento determinante sia dal punto di vista sentimentale che professionale. La famosa attrice portò infatti sulla scena i personaggi drammatici creati dal Vate, alcuni dei quali concepiti propriamente per lei. Nel romanzo Il fuoco, D’Annunzio descrisse l’amante in modo impietoso nel personaggio della Foscarina, l’attrice “non più giovane” che ama Stelio con dedizione assoluta. L’impudica rivelazione dei particolari della loro relazione causerà un forte dolore alla Duse, che dal rapporto con D’Annunzio uscirà fortemente provata e rovinata economicamente.

Comprare e vendere nel Medioevo

Pubblicato in “Comprare Oggi”, n. 6, novembre-dicembre 1998, pp. 34-35. Rivista di Management degli Approvvigionamenti. Organo Ufficiale ADACI.

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Nell’Italia del XIII e del XIV secolo il commercio era molto fiorente e al tempo di Dante si contavano a Firenze 200 botteghe e 20 banche. A partire dal XII secolo si diffuse la lettera di cambio, antenata della moderna cambiale. Fra i primi a impiegare correntemente questa nuova modalità di pagamento fu l’industriale tessile pratese Francesco Datini, che impiegava nella sua azienda circa mille operai, di cui la maggior parte donne. Il Datini, che aprì filiali commerciali in varie città italiane ed estere, ha lasciato oltre centomila lettere, che documentano la situazione mercantile dell’epoca.

Vil razza dannata

Pubblicato in “Medioevo”, n. 10 (21), ottobre 1998, pp. 82-86. De Agostini – Rizzoli Periodici.

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Emarginati e condannati dalle autorità civili e religiose, la maggior parte dei giullari erano girovaghi. A partire dalla fine del XIV secolo, tuttavia, dal variegato e multiforme mondo degli intrattenitori finirono per emergere i buffoni di corte, assunti stabilmente nei palazzi reali e aristocratici. Più tollerati di altri tipi di intrattenitori erano i menestrelli (dal latino ministerium), assunti a servizio presso un signore. Sebbene alcuni giullari riuscirono a migliorare le loro condizioni, restarono comunque relegati fra i diversi e accusati dei peggiori vizi, poiché distolgono dalle occupazioni più serie per indurre al riso e al di-vertimento, inteso come deviazione da un percorso morale stabilito.

Alla corte dei giullari

Pubblicato in “Storia e Dossier”, n. 123, gennaio 1998, pp. 29-33. Gruppo Editoriale Giunti.

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Chi erano i giullari medievali? Professionisti del divertimento, che per vivere offrivano il loro spettacolo sulle piazze e per le strade, durante i mercati e le fiere. Intrattenitori di vario genere accorrevano anche alle feste bandite a corte: acrobati, giocolieri, suonatori e cantastorie allietavano spesso i banchetti e le cerimonie degli aristocratici. Per tutto il Medioevo i giullari furono aspramente condannati dalla Chiesa, come elementi portatori di trasgressione e disordine morale, ma a partire dal XIII secolo alcuni scrittori cristiani come Thomas de Cobham e san Tommaso cominciarono a distinguere i giullari in base al comportamento e al repertorio, giudicando tollerabili i cantori di gesta e delle vita dei santi.

Fisiognomica. Il marchio della natura

Pubblicato in “Storia e Dossier”, n. 112, gennaio 1997, pp. 36-41.

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La fisiognomica, che risale almeno ad Aristotele, è stata a lungo considerata una scienza, fondata sull’idea di desumere le inclinazioni del carattere dai tratti del volto. Tracciando una somiglianza con una specie animale, si cerca di risalire all’indole fondamentale dell’individuo, per cui un uomo dal collo taurino è forte e coraggioso, mentre un mento aguzzo lascia presagire l’astuzia della volpe. L’articolo traccia un sintetico percorso cronologico e concettuale, che dal trattato di fisiognomica di Giovan Battista della Porta giunge fino all’antropologia criminale di Lombroso, passando attraverso Darwin, Lavater e Charles Le Brun.