Sandra Pietrini

Università degli Studi di Trento

Spettacoli e immaginario teatrale nel Medioevo

librocRoma, Bulzoni, 2001, pp. 324.

Durante il Medioevo, insieme alle pietre degli antichi edifici adibiti agli spettacoli, sembra essere crollata l’idea stessa di teatro. La memoria dei generi drammatici e delle rappresentazioni viene tuttavia tramandata dalla tarda antichità al Medioevo mediante i glossari e i commenti degli scrittori cristiani, che menzionano il teatro soprattutto per condannarlo. Confusa e frammentaria, l’immagine del teatro antico ricorre nella fantasia degli eruditi, assumendo anche contorni iconografici: raffigurazioni di teatri possibili o sogni di un lontano passato, in cui i ludi scenici romani sono rievocati come una declamazione mimata, una danza o uno spettacolo agonistico. D’altra parte, i secoli in cui il teatro non esiste più come istituzione presentano un’estrema varietà di forme spettacolari, dalle performance dei giullari ai misteri religiosi. Suggestioni tratte dalla realtà contemporanea si insinuano nelle ricostruzioni del teatro antico, creando un immaginario polimorfo e pervasivo che evoca il peccato, la lussuria e l’idolatria.

Indice

PARTE I: Il teatro reale PARTE II: Il teatro immaginato
Capitolo I. Le rappresentazioni religiose
Gli sviluppi del Quem quaeritis
Teatro e rito: i personaggi, i luoghi, le azioni
Alcune contaminazioni fra sacro e profano
Dal dramma liturgico ai cicli dei misteri
I grandi allestimenti tardomedievali
Modelli e soluzioni di organizzazione dello spazio
L’anomalia italiana
Capitolo I. La nozione di tragedia e di commedia
La memoria erudita dei generi drammatici
L’archeologia di Isidoro e la tentazione della teatralità
Frammenti dell’immaginario teatrale altomedievale
Suggestioni contemporanee nel cortocircuito della memoria
Raoul de Presles e la fascinazione del teatro
Un’idea pervasiva di rappresentazione
Capitolo II. Lo spettacolo dei giullari
La varietà dei nomi e delle esibizioni
Intrattenitori di corte e di strada
Mimi, imbonitori e altri performer
La condanna dei giullari
Una riabilitazione parziale e condizionata
I segni della diversità e del peccato
L’immagine esorcizzata del buffone di corte
Capitolo II. Teatri di pietra, teatri di parole
Le rovine dell’antichità
Disegnatori e architetti per un teatro da inventare
Un edificio per vedere ed essere visti
Una scena possibile, fatta di tende
Un luogo ombreggiato nel teatro
Capitolo III. Il dramma profano nel Medioevo
I componimenti drammatici altomedievali
I drammi edificanti di Hrosvitha
Le commedie elegiache
La reinvenzione umanistica della tragedia
Capitolo III. L’immagine fantastica della scena
La scomparsa della cavea
Ogni spettacolo è teatro
Il ricordo dell’altare e il pulpitum
L’immagine della scena come una casa
Il ricordo di ombre e fronde
Una scena nebulosa, edificata sulle parole
bulcoper Capitolo IV. Il teatro come danza o lettura pubblica
L’immagine della carola come metonimia del teatro
La danza è un cerchio, al cui centro sta il diavolo
Et ainsi doncques vindrent les iougleurs
La rappresentazione alternativa dell’espiazione
La danza e l’idolatria
Il teatro come una lettura pubblica
I ludi scenici e la declamazione poetica
Capitolo V. L’attore dimidiato
Le rappresentazioni di personaggi
Il poeta e i mimi ioculatores
Altre descrizioni della recitazione antica
La figura ambigua dell’attore: dall’ipocrita al cantore di gesta
La maschera come emblema e metafora del teatro
Capitolo VI. I ludi scenici fra invenzione e realtà
Segni di disordine e di lussuria
Uno spettacolo agonistico
Un teatro per ascoltare
Un contenuto attuale in una forma antica
La messa in scena del ratto delle Sabine