Roma-Bari, Laterza, 2009, pp. 214.
A partire dal Romanticismo, gli attori cercano di nobilitare il loro mestiere attraverso la pubblicazione di trattati e manuali di recitazione. Nonostante questi tentativi di codificazione dell’arte, all’inizio dell’Ottocento si afferma il mito dell’attore ispirato, che recita trasportato dall’impeto del sentimento. Il dibattito fra i fautori dell’immedesimazione e i sostenitori di una recitazione ‘a freddo’ si intensificherà nel corso del secolo. Il Novecento batterà invece altre strade, inaugurando una complessa riflessione sulle tecniche e sul training, ma anche sulle possibili interazioni fra attore e regista. Sandra Pietrini offre una panoramica della funzione e dell’immagine dell’attore negli ultimi due secoli, dalla recitazione romantica al narratore nel teatro epico di Brecht, dai manuali di mimica alla riscoperta della corporeità scenica nelle prime avanguardie novecentesche. Continua